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APPROFONDIMENTI

Concept UNLostLine "Green spaces"

Per il concept di UNLostLine sono partita da un tema a me molto affine “spazi verdi”.

Leggendo il libro Plasma Works “Dalle geometrie topologiche al landscape urbanism”, di Maria Elisabetta Bonafede, mi sono soffermata su un paragrafo “Un-nature” nel saggio “Other Challenges”, (Saggio, 2003), dove viene spiegata la relazione tra il concetto di natura e l’information technology in cinque punti:

1-l’uomo post-industriale della civiltà elettronica può saldare i suoi debiti con la natura: se le industrie manifatturiere hanno sfruttato le risorse naturali, ora l’industria informatica può valorizzarle con nuovi sistemi di produzione.

2-Questo cambiamento strutturale di direzione apre nel centro delle città l’opportunità di un “risarcimento” di proporzioni storiche, potendo ora inserire aree verdi, natura e strutture per il tempo libero in zone ad alta densità.

3-L’idea del parco “recintato” tende ad essere sostituita dalle nuove parti di una città integrata in cui a fianco di una sostanziale presenza della natura vi sono anche le attività interattive della società dell’informazione. Se la suddivisione in zone omogenee era il metodo per la pianificazione della città industriale, la multifunzionalità e l’integrazione definiscono le esigenze della città dell’informazione.

4-Oltre a creare queste opportunità, i computer permettono anche la loro concreta realizzazione […]

5-La natura modellata da queste forze non è più quella del floreale, dell’art deco dei maestri dell’organicismo […]. La parola chiave qui diventa “fluidità”, che descrive la costante mutazione dell’informazione e pone l’architettura a fianco delle più avanzate frontiere, dall’ingegneria biologica alle nuove fertili aree di sovrapposizione della morfogenesi, della bioingegneria etc.…
Il quinto livello di connessione tra natura e computer è cruciale, perché il computer diventa non solo la forza direzionale che ha innestato il cambiamento, ma informa anche il nuovo concetto ibrido di architettura-natura.

Questa lettura mi ha spinto ad andare alla ricerca di “spazi verdi abbandonati” sulla nostra UNLostLine, ebbene mi ha colpito il tratto n°8, quello riguardante via Palmiro Togliatti, altezza stazione metro Ponte Mammolo.

Da un primo sopralluogo ho subito notato la pianificazione stradale, non sbagliata a mio avviso, ma poco funzionale. La strada è a doppio senso, con due corsie per senso di marcia, più una preferenziale per l’autobus, nel mezzo è presente un’isola pedonale verde, fino ad un certo punto, perché, poi essa viene usata a parcheggio non custodito nei pressi della stazione metro Ponte Mammolo.


Questo mi ha portato a riflettere, pensando a una riqualificazione di questo tratto di strada, essendo esso stesso una via di una certa rilevanza, rispetto ai collegamenti sia privati che pubblici. I punti critici che ho analizzato sono:

1-Nonostante la presenza di un parcheggio gestito dall’ente ATAC adiacente alla stazione Ponte Mammolo, si è creato un parcheggio a pochi passi, a mio avviso in uno stato di degrado. Questa crisi ha portato a riflettere che, nonostante anche la presenza di linee bus su gomma che arrivano alla stazione, la comunità preferisce recarsi alla stazione con un mezzo privato, questo porta a pensare che le linea bus siano poco efficienti?!?! O uno svogliamento della comunità a prendere i mezzi pubblici?!?!

2- L’isola verde preesistente è poco funzionale; infatti manca di aree pedonali, ciclopedonali, playground, illuminazione e punti di ritrovo.
A questo punto sono arrivata ad una conclusione; prima cosa quella di potenziare il servizio bus su gomma e affiancarlo ad una rete tramviaria elettrica. Mentre per le aree verdi sarà prevista una riqualificazione generale.

Cosi andando a creare un’infrastruttura di nuova generazione basata su:
-multifunzionalità
-green system
-information technology
-living accessibility
-cittadinanza

L’idea base è quella del progetto Salesforce Transit Center, San Francisco, Stati Uniti, 2018; Pelli Clarice Architects.