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APPROFONDIMENTI

Agenzia Spaziale Italiana- Open House, Roma 2

Inaugurata ufficialmente nel luglio del 2012, la nuova sede dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) a Roma è situata nell’area su-est della Capitale, in zona Tor Vergata, area si decentrata, ma da qualche tempo centro della nuova espansione del tessuto urbano e già sede di importanti sperimentazioni architettoniche.
È il risultato di una sinergia progettuale tra la Facoltà di Ingegneria di Tor Vergata (che ha redatto il progetto preliminare) e lo studio 5+1 AA (Alfonso Femia e Gianluca Peluffo), che ne ha curato la realizzazione esecutiva.

L’Agenzia infatti – vista in pianta – sembra un quadro di Kandinsky, per la precisione il Dipinto blu del 1924; si tratta di una serie di frammenti che ruotano intorno a una linea principale – nera – che alla fine buca una linea curva e la supera, regalando al quadro dinamica e ordine progettuale. La stessa dinamica che si vede nell’edificio di Tor Vergata, passeggiando lungo la linea che dall’ingresso arriva alla sala conferenze e, bucando l’alto corpo di fabbrica curvo adibito a uffici, esce poi fuori trasformandosi in “totem nero”.

Il tema principale “è quello dell’equilibrio”, ovvero di un equilibrio tra le varie funzioni e le varie forme che ospitano i differenti blocchi del complesso.

Il blocco più evidente è la mezzaluna (evidente citazione “astronomica”), grande corpo curvo dalla facciata interamente vetrata, disposto su un perimetro semicircolare.
Un altro imponente blocco semi ipogeo, racchiude all’interno atrio, servizi ed auditorium, si incunea a sua volta al di sotto della mezza.
Sul fronte strada sono invece disposti in volumi variabili gli uffici, i laboratori, la biblioteca e l’asilo aziendale, a formare quasi un “micro-cosmo urbano” a sé stante.

Per quanto riguarda i materiali, oltre ad un ampio uso del vetro, i progettisti hanno fatto ricorso anche ad un importante rivestimento in lamiera di alluminio Reynobond, dalla tonalità scura. Il nero è in effetti un elemento ricorrente in tutta la composizione: dalle pavimentazioni in ardesia, ai rivestimenti parietali interni fino a quelli esterni, per riprendere l’oscurità dello spazio. Un altro elemento che è stato usato per ricordarci il legame con lo spazio, è l'acqua, simbolo di leggerenza.


A conferite un aspetto quasi “lunare”, contribuisce anche la scelta di altri elementi caratterizzanti del complesso:

  1. L’illuminazione dal design decisamente ricercato: di grande impatto sono soprattutto i corpi illuminanti che formano una “costellazione” di grandi luci.
  2. A sottolineare ulteriormente le scelte di impostazione “metaforica” del progetto, vi è la serie di lucernari conici che permettono di filtrare la luce naturale nelle sale interne in maniera assolutamente originale, aumentando l’effetto di stupore nel visitatore anche attraverso le vivaci colorazioni dell’interno dei coni stessi.

Bisogna infine ricordare che in tale luogo Michelangelo Pistoletto ha lasciato una sua installazione “Terzo Paradiso” - Missione Vita,2017.
Il progetto del Terzo Paradiso consiste nel condurre l’artificio, cioè la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica a restituire vita alla Terra. Terzo Paradiso significa il passaggio ad un nuovo livello di civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza.